Come vorrei che fosse il mio partito ideale.

Partecipazione come efficacia.

Per svolgere attività politica ci vogliono tanti soldi o molti attivisti. I soldi saranno pochi, quindi sarà indispensabile avere molti attivisti, uniti e disciplinati. Partecipando ad un progetto, a tutti piace essere considerati utili ed importanti, quindi gli obbiettivi devono essere condivisi e partecipati oltre che costruttivi. Un progetto nato dalla partecipazione di molte persone ha molte più possibilità di avere successo perché ognuno, avendo messo un po’ di se stesso nel progetto, lo sentirà come cosa propria, quindi:

  • Le decisioni della base devono essere sempre prevalenti sulle decisioni dell’esecutivo.
  • Tutti i soci sono diversi fra loro ma socialmente uguali, indipendentemente dalla notorietà o dalla funzione svolta.
  • Le decisioni prese dalla base devono essere vincolanti per tutti quelli che partecipano al progetto.
  • Tutte le proposte sono lecite; tutti devono essere accettati come persone indipendentemente dalle proposte. Perché tutte le persone sono portatrici di valori e, di conseguenza, tutti sono indispensabili e qualcuno è anche utile. (Normalmente si dice tutti sono utili e nessuno è indispensabile ma noi pensiamo esattamente il contrario).
  • Ogni protesta deve avere una sua proposta. Le proteste devono essere accompagnate da proposte alternative, altrimenti è meglio non protestare.

Potere decisionale alla base.

La decisione delle candidature in un partito è il fattore più scabroso e la causa di lotte di potere che distruggono il tessuto stesso di cui è formato un partito. Chi decide le candidature può controllare i candidati, può minacciare di non ricandidarli, ottenendo la loro fedeltà e il loro sostegno. Specialmente chi è eletto o chi ha incarichi istituzionali come portaborse o come segretario di un gruppo consigliare, è molto ricattabile perché potrebbe perdere il potere o semplicemente il posto di lavoro. Per questo motivo il compito di decidere deve restare alla base che, oltre a decidere le proposte politiche e i candidati, deve verificare l’attività dei propri rappresentanti nelle amministrazioni o negli incarichi di nomina politica. Sono io, la base, che incarico te, il candidato, di portare avanti le mie richieste, quindi:

  • Le candidature devono sempre essere scelte e approvate dalla base corrispondente al livello di candidatura.
  • Incarichi unici. Ogni incarico, ad ogni livello, deve essere incompatibile con incarichi ad altri livelli o partecipazione alle istituzioni politiche. Il partito deve avere una funzione di verifica e correzione sulle attività delle proprie persone elette nelle istituzioni, quindi i controllori devono essere distinti dai controllati.
  • Solo chi partecipa regolarmente al lavoro e alle riunioni deve aver diritto di votare. Durante le elezioni interne dei partiti si assiste all’arrivo di persone mai viste in sede che vengono solo a votare, portate da chi controlla e paga le loro tessere. Questo sistema svaluta e distrugge il lavoro reale di chi partecipa, creando divisioni che ostacolano l’efficacia dei progetti.
  • No al gruppismo. Nessuno dei gruppi partecipanti deve cercare di piazzare indebitamente le proprie persone nei posti chiave, con manovre di ostruzionismo o con politiche oscure e non dichiarate. Questo è stato uno dei motivi del fallimento per reti che sembravano molto promettenti.

Aderenza alla realtà.

Molti dei partiti attuali soffrono di estraneità alla realtà sociale che li rende carrozzoni inutili e dispendiosi, quindi:

  • Dobbiamo studiare un forte progetto economico in grado, se realizzato, di migliorare le condizioni economiche delle persone.
  • Il livello di evoluzione di una società si misura dalle condizioni della fascia economicamente più debole. Le nostre proposte devono innanzitutto portare vantaggi alle fasce più deboli della popolazione, poi alle fasce medie e solo se le due condizioni precedenti sono soddisfatte, alle fasce alte.
  • Un partito non è un’associazione culturale o di volontariato. Il suo compito istituzionale non è di educare le persone, compito svolto socialmente dalle associazioni culturali o di volontariato o di promozione sociale. Un partito deve esaminare i problemi reali delle persone e proporre soluzioni pratiche a questi problemi. E’ un tipo di attività per la quale la maggior parte delle persone provenienti da associazioni non è preparata. In ambito politico non dobbiamo convincere la gente a cambiare abitudini, idee o stile di vita, dobbiamo interpretare le loro esigenze e proporre soluzioni. Continueremo a fare l’attività di educazione nell’ambito delle rispettive associazioni e a mostrare con il nostro esempio personale uno stile di vita differente.
  • Ogni soluzione deve essere concordata con il beneficiario. Prima di proporre una soluzione bisogna consultare il più ampio numero, nelle nostre possibilità, di persone appartenenti alle categorie sociali beneficiate dalla nostra soluzione. In poche parole, in ambito politico dobbiamo essere al servizio delle persone e non a favore dei nostri pregiudizi, per quanto nobili ci sembrano le nostre idee e intenzioni. I nostri ideali devono servirci a trovare delle soluzioni efficienti ed eticamente accettabili, non a cambiare le persone o il loro modo di pensare. Continueremo a stimolare il cambiamento in altri ambiti.

Siamo tutti utili e nessuno indispensabile. Quante volte abbiamo sentito questa frase, e magari l’abbiamo anche detta noi, convinti di dire qualcosa di intelligente, o magari qualcosa di inevitabile.

Vorrei fare una piccola riflessione sulla distruttività di questa frase e sul suo valore antiumano.

Ogni cosa ha un valore utilitario e un valore esistenziale. Il valore utilitario è dato dalle nostre capacità sociali e dalle nostre abilità particolari.

Il valore esistenziale è dato dal solo fatto di esistere, ma anche da quanto l’universo ha dovuto investire su di noi per permetterci di essere quallo che siamo. Milioni di anni di evoluzione e di sforzi per rendere tutti gli esseri adatti alla loro funzione nel contesto naturale.

Ognuno di noi ritiene cara la propria esistenza, ogni essere vivente desidera vivere. Chi si rende conto di questo ha un rispetto assoluto per l’esistenza altrui, e identificandosi con gli altri cerca di proteggerli.

Lottare per una società dove ognuno abbia per lo meno le minime necessità e se possibile le massime amenità deriva proprio da questo sentimento di base: riconoscere l’importanza dell’esistenza altrui, identificandosi con chi sopravvive a stento, identificandosi persino con gli animali e le piante, che hanno desiderio di esistere come ognuno di noi.

Prabhat Ranjan Sarkar, che mi onoro di avere come Maestro, ha parlato di questo sentimento di uguaglianza sociale, che scaturisce dall’identificarsi nel desiderio di esistere degli altri, nei suoi discorsi sul Neoumanesimo.

Siamo tutti utlili e nessuno indispensabile” è proprio la negazione del sentimento di uguaglianza sociale. Nasce dell’idea che l’utilità immediata di qualcuno debba avere la prevalenza sulla sua stessa preziosa esistenza.

E’ la frase usata da chi ti minaccia di licenziamento se non fai quello che ti dice. E’ la frase secondo la quale i seguaci fanatici di una certa religione o una certa ideologia giustificano lo sfruttamento degli altri. Come dire: sfruttalo finché è utile ai nostri scopi, poi se vuole vada via.

E’ la frase di chi pensa che un certo ideale sia più importante di un essere umano o di chi pensa che il guadagno economico sia più importante degli individui che hanno contribuito a farlo. Forse non lo sanno, ma sfruttatori per denaro e sfruttatori per un ideale sono fatti della stessa pasta.

Rifiuto fermamente questo modo di pensare. Gli esseri viventi sono preziosi e importanti per il solo fatto di esistere, il loro valore esistenziale deve sempre prevalere sul valore utilitario. Pensare il contrario è quello che ha portato al disastro della nostra società. Gli esseri umani sono considerati come strumenti per raggiungere i propri scopi, e dopo buttati via come scarpe vecchie. Lo sfruttamento estremo è sostenuto e giustificato dalle ideologie utilitariste, da chi non ha la capacità di capire le esigenze degli altri, considerati solo per quanto sono utili a raggiungere i propri scopi.

Tutti siamo indispensabili, e qualcuno è anche utile.

Abino